“Skype ha avuto un ruolo fondamentale nel plasmare le comunicazioni moderne. Siamo onorati di aver fatto parte di questo viaggio”. Con queste parole, scritte dal presidente di Microsoft 365, Jeff Teper, il 28 febbraio scorso, Microsoft ha annunciato ufficialmente la chiusura di Skype, il celebre servizio di videochiamate VoIP, entro il 5 maggio 2025.
Chi desidera, avrà tempo fino a quella data per migrare gratuitamente a Microsoft Teams o per scaricare la cronologia delle proprie chat. La chiusura di Skype, lanciato nel lontano 2003, segna la fine di un'era. La piattaforma ha conosciuto il suo apice attorno al 2013, quando vantava circa 300 milioni di utenti attivi. Negli ultimi anni, tuttavia, la crescente concorrenza di app come WhatsApp, Telegram, Zoom e Slack ha fatto scivolare Skype in una posizione marginale.
Nel 2011, Microsoft acquisì Skype per 8,5 miliardi di dollari, un affare che all'epoca sembrava un colpo da maestro. Ma, con il passare del tempo, la piattaforma ha faticato a mantenere il passo con le nuove tecnologie e le esigenze degli utenti, subendo un costante declino.
Nel 2023, il numero di utenti attivi giornalieri era sceso drasticamente a circa 36 milioni, mentre Teams, la sua principale alternativa interna, aveva raggiunto ben 320 milioni di utenti. Nonostante alcuni tentativi di rilancio, come l'integrazione con GPT-4 nel 2023, Skype non è riuscito a mantenere il suo posto sul mercato.
La chiusura di Skype rappresenta una lezione importante per l'industria tech: lo stagnamento può facilmente condurre alla perdita di rilevanza, indipendentemente dalla storia e dal prestigio di un marchio. Per chi è cresciuto con Skype, questa notizia porta con sé una certa nostalgia, simile a quella che si prova per i simboli del passato, come le cabine telefoniche o le cassette postali, che oggi non esistono più.