Trucco azzurro sbavato sotto agli occhi e grandi labbra rosse: Chiara Ferragni raffigurata come Joker sulla copertina del settimanale L’Espresso, uscita in tutte le edicole proprio l’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti delle donne, divide ancora l’opinione pubblica.
La scelta della testata giornalistica è stata sia apprezzata che criticata dal pubblico: le opinioni sui social si dividono tra chi celebra il ritorno della "libertà di stampa" e chi proclama la "fine del giornalismo".
Molte persone si sono indignate, soprattutto per la decisione di fare uscire una simile immagine proprio in un giorno simbolico come l'8 marzo, la Giornata internazionale della donna.
Perché proprio quell’immagine e come può essere interpretata più approfonditamente?
Il primo obiettivo della copertina è chiaramente quello di far parlare di sé e di suscitare scalpore, ma evidenziare solamente questo aspetto senza considerare tutte le caratteristiche dell’immagine incriminata porterebbe ad un’interpretazione superficiale della questione.
Chiara Ferragni non è truccata come un qualsiasi pagliaccio, ma ricalca il Joker di Joaquin Phoenix, un personaggio folle e disperato, simbolo di una classe sociale vessata dal potere e pronta a ribellarsi.
Un’immagine che stride se abbinata alla figura della famosa influencer.
Analizzando un quadro più ampio, prendendo in considerazione il Pandoro Gate, le vicende legali che ne sono scaturite, la perdita di credibilità da parte dell’imprenditrice e le indiscrezioni sulla sua vita privata, vediamo come la percezione del pubblico su Chiara Ferragni è mutata in pochissimo tempo.
Niente di nuovo sotto il sole: spesso i personaggi pubblici sono interessati da scandali che ne compromettono l’immagine cambiando drasticamente l’opinione pubblica: Chiara Ferragni è una figura potente a livello economico e comunicativo, è un’imprenditrice e come tale è giusto che i suoi affari siano soggetti ad inchieste giornalistiche.
In questo caso, possiamo considerare la questione secondo due letture differenti.
Da un lato alcuni sostengono che l’influencer debba essere orgogliosa del trattamento ricevuto in quanto fino ad ora accostamenti di questi tipo erano stati riservati solo agli uomini, come ad esempio Bernie Madoff, condannato per una delle truffe più imponenti della storia e mente del più grande schema Ponzi mai concepito.
Seconda questa interpretazione Chiara Ferragni avrebbe quindi sfondato il tetto di cristallo, ottenendo un trattamento che dimostra come il suo impatto sulla società italiana, sia in termini economici e che di immagine, non è da meno di quella di altri grandi personaggi politici o capitani d’industria.
Altri mettono in luce un quadro ben diverso: la tendenza mediatica di sottolineare la sconfitta di una donna all’apice della propria carriera.
Secondo Vanity Fair, si è innescato un meccanismo che genera schadenfreude, ovvero quella sensazione di piacere che si prova davanti allo svergognamento altrui.
La situazione è simile a quella delle donne che negli Stati Uniti vengono definite trainwreck, – letteralmente deragliamento – personaggi famosi che dopo aver raggiunto il successo sono “uscite dai binari” innescando un vortice di autodistruzione, come ad esempio Amy Winehouse e Britney Spears.
Ovviamente usare il termine “autodistruzione “nel caso di Chiara Ferragni sarebbe improprio visto che l’influencer non ha mai ricalcato l’immagine della diva incline alle dipendenze o ai vizi, però è indiscutibile che le sia stato riservato un trattamento mediatico che in parte si rispecchia in quello delle trainwreck, il quale ha portato al rovesciamento totale dei valori che rappresentava.
Forse è solamente venuto alla luce come il guardare passivamente la vita perfetta degli altri produce più risentimento che engagement.
E forse non è stato poi così sbagliato pubblicare questa copertina proprio l’8 marzo.