La storica azienda Tupperware ha ufficialmente iniziato le pratiche del fallimento. Ma come è possibile che un’azienda con una visibilità così ampia e così famosa stia fallendo?
Tupperware, nota azienda statunitense che dal 1946 produce contenitori ermetici in plastica ad uso alimentare. Nel corso degli anni, il nome del brand è diventato così popolare da entrare nel linguaggio comune per identificare generici contenitori per il cibo.
I prodotti Tupperware nascono nel secondo dopoguerra, dall’intuizione del chimico Earl Tupper che sviluppò dei contenitori ermetici in modo da conservare meglio gli alimenti. Si trattava di un prodotto assolutamente geniale e questo perché le famiglie potevano risparmiare, evitando di sprecare il cibo avanzato ed evitando così di acquistare con più frequenza.
Per anni l’azienda è stata leader di settore ma, a causa del contesto macroeconomico degli ultimi anni, ha subito un peggioramento della situazione finanziaria.
Durante la pandemia l’incremento delle vendite è stato considerevole, tuttavia oggi l’azienda ha dichiarato fallimento. Ma come è stato possibile?
L’aumento del costo delle materie prime, delle spedizioni e della manodopera sono sicuramente dei fattori che hanno avuto una forte influenza sulla situazione finanziaria del noto marchio. In più, se si considera anche un posizionamento sul mercato che non funziona più, la situazione può solo peggiorare. In merito a ciò, i rappresentanti hanno costituito il mezzo di vendita principale, che oggi, però, risulta obsoleto. A questo proposito nel 2022 Tupperware ha deciso di far distribuire i suoi prodotti nella nota catena di supermercati statunitense Target.
Questa decisione, però, è arrivata in maniera tardiva considerando il modo di operare dei competitor, che rivendono su differenti piattaforme.
Le abitudini alimentari dei consumatori hanno influito sulla crisi del brand: basti pensare a come il delivery abbia rivoluzionato il modo di fruire i pasti fuori casa. In aggiunta a ciò, i prodotti sono di qualità e perciò molto resistenti, questo fa si che i consumatori siano soddisfatti dell’acquisto e ne usufruiscano per lungo tempo, senza avere la necessità di acquistarne altri dopo pochi utilizzi.
Inoltre, il fatto che il core business sia incentrato sulla produzione di prodotti in plastica in un mondo che è sempre più orientato verso l’economia green, non ha aiutato il brand a risollevarsi da questa crisi.
Questo dimostra quanto stare al passo con i tempi sia fondamentale in un mondo che cambia velocemente e dove la concorrenza è sempre più alta e i prezzi sempre più competitivi.