EEAT è l’acronimo inglese di Experience, Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness. Valori che giocano un ruolo fondamentale quando parliamo di qualità del contenuto e di ottimizzazione per i motori di ricerca. In questo articolo spieghiamo nel dettaglio di cosa si tratta, come viene valutata la qualità di un contenuto e come costruire e migliorare l’EEAT.
Chiunque abbia un minimo di esperienza con l’ottimizzazione per i motori di ricerca, comunemente detta SEO, sa che Google predilige contenuti autorevoli, attendibili e scritti da chi ha davvero le competenze per trattare l’argomento.
Tutti questi concetti si traducevano nell’acronimo EAT ovvero Expertise, Authoritativeness, and Trustworthiness.
Ma di recente Google ha aggiornato il concetto di EAT, aggiungendo un’altra E: quella di Esperienza (Experience). L’acronimo si è quindi evoluto in EEAT – Experience, Expertise, Authoritativeness and Trustworthiness. Le linee guida per la valutazione qualitativa di un contenuto sono state aggiornate di conseguenza.
Vediamo, quindi, come Google valuta l’EEAT e il peso che ricopre ogni concetto.
Cosa significa EEAT
Prima di procedere a capire come viene assegnato il punteggio di qualità, facciamo un breve ripasso di ciò che significa ogni voce dell’acronimo. Per farlo ci affidiamo direttamente alla definizione di Google.
- Experience (Esperienza). Indica la misura in cui il creatore di contenuti ha la necessaria esperienza diretta o di vita sull'argomento.
- Expertise (Competenza). Indica la misura in cui il creatore di contenuti ha le conoscenze o le abilità necessarie a trattare l'argomento.
- Authoritativeness (Autorevolezza). Indica la misura in cui il creatore di contenuti o il sito web è noto come fonte di riferimento per l'argomento.
- Trustworthiness (Affidabilità). Indica il grado di affidabilità e onestà di un contenuto e del sito che lo ospita.
Con l’aggiunta del concetto di Esperienza, dimostrare di avere esperienza diretta è ora un requisito fondamentale per ottenere un buon punteggio di qualità.
Per comprenderlo al meglio, Google stesso invita a riflettere in questi termini: vi fidereste di più di una persona che recensisce un ristorante senza esserci mai stato oppure della recensione di qualcuno che effettivamente ci ha mangiato in quel ristorante?
Lo stesso è applicabile online a qualsiasi tipo di contenuto: se trovassimo un articolo scritto da qualcuno la cui esperienza è dubbia, metteremmo in dubbio l’accuratezza stessa del contenuto, così come l’autorevolezza del sito che lo ospita.
In poche parole, la mancanza di una reale esperienza finisce per ledere anche gli altri concetti. Infatti, questa nuova dimensione si coniuga perfettamente con le altre tre, completandole: possiamo ritenerci realmente esperti, autorevoli e attendibili se parliamo di cose con cui non abbiamo mai avuto modo di confrontarci in prima persona?
L’importanza del concetto di fiducia per Google
Questo aggiornamento mira, in realtà, a fortificare ulteriormente il concetto di fiducia, il più importante tra quelli espressi dall’acronimo EEAT, come afferma lo stesso Google.
Infatti, se la pagina che ospita il nostro contenuto non è ritenuta affidabile, l’esperienza, l’autorevolezza e le competenze di chi scrive saranno vane.
Questo ciò che dichiara Google nelle sue guidelines per i Search Quality Rater, le persone incaricate di assegnare il punteggio di qualità:
“La valutazione più bassa dovrebbe essere utilizzata per pagine o siti web che sospetti siano coinvolti in attività ingannevoli o dannose. Alcune pagine non affidabili vengono create per avvantaggiare il sito web o l'organizzazione anziché aiutare le persone. In alcuni siti potrebbero persino esistere pagine non affidabili per causare danni alle persone che interagiscono con la pagina, come truffe o download dannosi. La tua valutazione di inaffidabilità può basarsi sul contenuto della pagina, sulle informazioni presenti sul sito web, sul creatore del contenuto e sulla reputazione del sito web o del creatore del contenuto. La tua valutazione può anche basarsi sulla mancanza di informazioni di fondamentale importanza”.
Come viene valutata la qualità di una pagina da Google
I Search Quality Rater devono valutare tre fattori principali per definire un punteggio di qualità:
- Valutare il vero scopo della pagina. Se il sito web o la pagina ha uno scopo dannoso o è progettato per ingannare le persone sul suo vero scopo, il punteggio di valutazione sarà basso.
- Valutare il potenziale dannoso della pagina. I siti web o le pagine dannosi per le persone o la società, inaffidabili o contenenti spam devono essere classificati col punteggio più basso.
- Se il sito in esame non rientra nelle prime due casistiche, la valutazione della Page Quality si deve basare su quanto bene la pagina raggiunge il suo scopo.
Posto, quindi, che il nostro sito non ha l’obiettivo di circuire o danneggiare gli utenti, sarà proprio la qualità e l’affidabilità dei nostri contenuti rispetto all’EEAT che determinerà un punteggio più o meno alto.
Per definire la Page Quality, quindi quanto la pagina raggiunga il suo scopo, i Search Quality Rater devono valutare la qualità del contenuto principale (Main Content - MC), definito come “qualsiasi parte della pagina che aiuta direttamente la pagina a raggiungere il suo scopo”.
Per la maggior parte delle pagine, la qualità del Main Content può essere determinata dall’impegno, dall’originalità, e dal talento o abilità utilizzati per creare il contenuto. Per le pagine informative o su argomenti YMYL (acronimo di Your Money or Your Life, che indica siti che trattano argomenti che “potrebbero avere un impatto significativo sulla salute, sulla stabilità finanziaria o sulla sicurezza delle persone o della società”), è importante anche l'accuratezza e la coerenza con il consenso generale degli esperti.
Ad esempio, la coerenza con ciò che trova il consenso generale e comprovato degli esperti è importante quando si parla di consigli medici. L'abilità è, invece, importante per i video dimostrativi. Il talento e l'originalità sono importanti per l'espressione artistica. La quantità di impegno prevista per un breve video condiviso sui social media è inferiore rispetto a un documentario completo prodotto professionalmente su un sito web di video in streaming, ma entrambi richiedono uno sforzo sufficiente per creare contenuti soddisfacenti per il loro scopo. Quindi, i Search Quality Rater dovranno sempre pensare all'impegno, all'originalità, al talento o all'abilità in relazione al tipo di pagina che stanno valutando. Il punteggio di valutazione non dipenderà né dal formato del contenuto (testo, audio, video, immagini, ecc.), né dalla sua lunghezza (video o testi brevi, documentari completi o white papers…), né dal tipo di sito che li ospita (piccoli siti personali, grandi siti aziendali, forum, social media…). Piuttosto, il punteggio sarà dato sulla valutazione complessiva e contestualizzata di tutti gli elementi citati finora.
Come migliorare l’EEAT
Sebbene le valutazioni dei Search Quality Rater non influiscano direttamente sul ranking nella SERP, di fatto forniscono un feedback importante a Google per migliorare il lavoro degli algoritmi. E sono proprio questi, poi, a stabilire il posizionamento. Quindi, lavorare sulla creazione di contenuti in linea con i requisiti di qualità imposti da Google non può che fare bene anche al ranking delle nostre pagine.
Come fare?
Anzitutto, parliamo di ciò che conosciamo realmente. Sembra banale ma non è difficile trovare siti che trattano dei più svariati argomenti in maniera superficiale. Tuttavia, uno dei modi per offrire agli utenti risposte concrete alle loro query di ricerca è proprio attraverso contenuti specifici ed esaustivi. Non dimentichiamoci, infatti, che il nostro obiettivo principale non dovrebbe mai essere meramente quello di posizionarci tra i primi risultati, quanto offrire al nostro target informazioni accurate e realmente utili. Se ci impegniamo a fare ciò, il resto verrà di conseguenza.
Inoltre, mettiamo in gioco le nostre competenze e la nostra esperienza. Se dispensiamo consigli di marketing e comunicazione è perché per primi ci siamo formati, informati e abbiamo tradotto in pratica la teoria appresa. Lo stesso dovrebbe valere per qualsiasi altro campo.
Tutto ciò contribuirà, nel tempo, a costruire sia la nostra reputazione sia un rapporto di fiducia con chi ci segue, che avrà modo di valutare in prima persona la qualità e l’affidabilità di ciò che pubblichiamo.
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