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04/03/2020 / Marketing & comunicazione

SEO: 5 consigli pratici e semplici per ottimizzare il tuo sito

Gli algoritmi dei motori di ricerca cambiano costantemente e spesso è difficile fare previsioni su come questi cambiamenti influenzeranno il traffico del nostro sito. Tuttavia, esistono alcune Best Practice SEO che restano sempre valide e che, se implementate correttamente, sono in grado di favorire un buon posizionamento organico del proprio sito.

SEO è l’acronimo inglese di Search Engine Optimization (ottimizzazione per i motori di ricerca) ed è una disciplina che racchiude tutte quelle attività volte a migliorare il posizionamento organico (quindi non a pagamento) del proprio sito web sui motori di ricerca.

Come funzionano i motori di ricerca?

I motori di ricerca come Google o Bing scansionano il web per indicizzarne i contenuti e restituire risultati rilevanti e coerenti ogniqualvolta un utente effettui una ricerca.

A stabilire la rilevanza di una pagina web rispetto ad una determinata ricerca – e quindi il suo posizionamento tra i risultati – sono complessi (e segreti) algoritmi. Google, ad esempio, utilizza più di 200 parametri per valutare una pagina, assegnando un valore di pertinenza a contenuti e link (sia interni sia esterni), e analizzando anche la reputazione e l’autorevolezza del sito.

Non solo non conosciamo esattamente come funzionano gli algoritmi dei motori di ricerca, ma essi vengono aggiornati e migliorati continuamente, modificando di conseguenza il modo di fare SEO.

Ci sono però delle migliori pratiche SEO facilmente implementabili per indirizzare il traffico verso il nostro sito.

Ecco quindi i nostri 5 consigli per favorire un migliore posizionamento sui motori di ricerca.

1. Meglio testi lunghi ma sempre di qualità

Gli utenti ricercano per obbiettivi. E il nostro compito è quello di soddisfare tali obbiettivi. Infatti, i motori di ricerca calcolano la soddisfazione dell’utente rispetto alla parola chiave ricercata, studiandone il comportamento. Ad esempio, quali link ha cliccato? È rimasto sulla pagina o ne è uscito subito? Ha cliccato altri collegamenti? Quanti risultati ha consultato in totale?

Dobbiamo quindi capire quali sono le informazioni più richieste e produrre articoli interessanti e di qualità, che approfondiscano in maniera completa un certo argomento, fornendo informazioni pertinenti in grado di catturare l’attenzione dell’utente. Google favorisce infatti testi approfonditi ed esaustivi. Attenzione però a non diventare prolissi: infarcire un testo di ripetizioni solo per raggiungere un certo numero di parole può generare l’effetto contrario, ovvero penalizzare la nostra pagina agli occhi dei motori di ricerca.

Il linguaggio da favorire è un linguaggio tecnico ma naturale (che non significa colloquiale). Opta per la forma attiva piuttosto che quella passiva e scegli un linguaggio in grado di soddisfare sia il lettore più esperto sia il lettore occasionale.

In qualsiasi caso, prima di iniziare a scrivere, è importante formare un piano editoriale e pensare a contenuti interessanti che potrebbero incontrare gli obbiettivi dell’utente. Dobbiamo comunicare la funzionalità pratica dei nostri prodotti o servizi e trasmettere i motivi che ci differenziano dalla concorrenza.

Alcuni strumenti che possono venirci in aiuto sono Google Trends e Answer The Public. Quest'ultimo, attraverso una semplice ricerca di un determinato argomento o parole chiave, mostra le relative ricerche effettuate dagli utenti, suddividendole in domande, preposizioni e comparazioni. Un buono spunto per sviluppare il nostro testo.

Un esempio di ricerca su Answer The Public.

2. Scegli le giuste parole chiave ma non abusarne

La SEO è un insieme di pratiche ma le parole chiave ricoprono sicuramente un ruolo determinante nel posizionamento del nostro sito relativamente ai termini di ricerca per cui vogliamo comparire.

Per individuare le parole chiave in grado di attrarre il nostro pubblico dobbiamo chiederci di cosa parla la nostra pagina. Poi, possiamo provare a digitare la risposta che ci siamo dati nella barra di ricerca di Google. Quali risultati otteniamo? Sono pertinenti con ciò di cui vogliamo scrivere? Se si, siamo sulla buona strada. Altrimenti, è bene rivedere la nostra risposta.

Di fatto, per la scelta delle parole chiave è importante capire l’intento di ricerca, ovvero l’obbiettivo dell’utente. E non è detto che le parole più ricercate siano quelle più adatte a raggiungere il nostro target o quelle che ci permetteranno di ottenere un migliore posizionamento.

Poniamo l’esempio che la mia pagina web sia dedicata alla vendita di scarpe da corsa da donna. Se la mia scelta ricade su parole generiche e altamente competitive come “scarpe”, c’è un’alta probabilità di incontrare l’intento di ricerca degli utenti solo in maniera parziale. Optando invece per “scarpe da corsa” o, ancora meglio, “scarpe da corsa da donna”, ho maggiori possibilità di soddisfare l’obbiettivo di ricerca di quegli utenti che stanno cercando in particolare modelli di scarpe da corsa da donna.

Una buona strategia potrebbe essere quella di dividere le parole chiave proprio per intento di ricerca, selezionando quindi:

  • parole chiave transazionali, quindi orientate a un’azione di acquisto (ad es. scarpe da corsa online, scarpe da corsa da donna prezzi, migliori scarpe da corsa da donna);
  • parole chiave informazionali, quelle che pongono domande con lo scopo di ottenere una soluzione a un possibile problema (ad es. come pulire scarpe da corsa, modelli di scarpe da corsa);
  • parole chiave navigazionali, ovvero parole chiave relative a qualcosa che già si conosce (ad es. scarpe da corsa da donna Adidas).

In genere quindi, è bene prediligere middle o long tail keywords, quindi parole chiave composte da 3 o più termini che descrivano precisamente il nostro prodotto o servizio e che rispondano agli intenti di ricerca del nostro target.

Dove posizionare le parole chiave all’interno di un testo?

Per comunicare ai motori di ricerca l’argomento esatto dei nostri contenuti, è molto importante utilizzare le parole chiave che abbiamo:

  • nei meta tag (titolo e descrizione);
  • nell’URL della pagina;
  • nel testo alternativo delle immagini correlate (tag alt);
  • nel menù del nostro sito;
  • nel corpo del nostro contenuto, avvalendosi anche degli header (H1, H2, H3…) per suggerire ai motori di ricerca la struttura gerarchica della pagina.

È buona norma inserire le parole chiave principali all’inizio del testo, non solo per favorire il lavoro dei crawlers ma anche per comunicare in maniera chiara e diretta all’utente che capita sulla nostra pagina l’argomento trattato.

Non c’è un limite minimo o massimo dichiarato di parole chiave da utilizzare ma è bene evitarne l’abuso. Ripetere concetti e rendere il testo pesante solo per inserire un maggior numero di parole chiave non solo è controproducente per catturare l’attenzione dell’utente, che potrebbe stancarsi e abbandonare la pagina; ma potrebbe portare a una penalizzazione della nostra pagina anche da parte dei motori di ricerca, che ben conoscono queste tecniche di cui molti hanno abusato in passato, quando gli algoritmi non erano ancora così sofisticati e precisi. Piuttosto, è meglio prediligere un linguaggio naturale e fluido, nonché l’utilizzo di sinonimi e di espressioni preferite dal nostro pubblico. 

Alcuni strumenti utili per orientarsi nella scelta delle parole chiave sono il già citato Answer The Public, Ubersuggest o SemRush che permettono di consultare le query più ricercate relative a determinati termini.

Ubersuggest permette, tra le altre cose, di ottenere informazioni circa le parole chiave più ricercate dagli utenti e il loro grado di difficoltà SEO in termini di competizione.

3. Utilizza titoli univoci e descrittivi

Il titolo è la prima cosa che le persone vedono e leggono nei risultati di ricerca. È quindi molto importante studiare un titolo in grado di comunicare in maniera diretta di cosa tratta la nostra pagina e che attiri l’attenzione a tal punto da meritare un click.

I motori di ricerca individuano come titolo della pagina il testo racchiuso nel tag HTML chiamato title. In genere, i motori come Google prediligono titoli univoci e precisi per ogni pagina del sito, che descrivano accuratamente i contenuti di quella pagina e che siano ad essi attinenti.

Il consiglio è di utilizzare per i titoli circa 12 parole (50-60 caratteri, spazi inclusi) mettendo all’inizio quelle più importanti, ovvero le parole chiave che abbiamo selezionato perché meglio descrivono il contenuto della nostra pagina.

Buona pratica è anche includere una Call To Action, quindi un invito all’azione, se coerente con il tipo di contenuto della nostra pagina. Se stiamo, ad esempio, lanciando nuovi modelli di scarpe da corsa potremmo invitare gli utenti a cliccare scrivendo “scorpi i nuovi modelli!”.

Anche in questo caso è importante evitare il Keyword Stuffing, quindi l’utilizzo massivo della parola chiave principale. Mentre è buona norma utilizzare il cosiddetto pipe “|”, il trattino o i due punti: simboli che fungono da separatore e rendono possibile di fatto creare due titoli in uno agli occhi dei motori di ricerca.

4. Implementa il Meta Tag “Description”

Il meta tag “Description” fornisce ai motori di ricerca un riepilogo dei contenuti della pagina. È molto importante anche perché può essere utilizzato da Google come snippet da mostrare nei risultati di ricerca, ovvero quella breve descrizione sotto il titolo e il link che fornisce all’utente informazioni precise su cosa troverà qualora decidesse di cliccare su quel risultato.

La meta description di Google non deve superare 160 caratteri, altrimenti sarà tagliata.

È quindi importante riassumere con precisione i contenuti della pagina, utilizzando anche in questo caso le parole chiave principali. Attenzione però a non usare solo parole chiave! Questo comportamento è espressamente sconsigliato da Google, così come l’utilizzo di descrizioni troppo generiche (ad esempio, “pagina sul web marketing”).

Così come per i titoli, anche le relative meta descriptions devono essere univoche, precise e descrittive.

5. Fai Link Building

Dopo aver strutturato il nostro sito, creato contenuti e individuato le giuste parole chiave è arrivato il momento di pensare al link building.

Esistono tre principali categorie di link, che svolgono un ruolo più o meno importante nell’assegnazione del ranking di una pagina:

  • link interni, ovvero quei link che portano ad altre pagine del nostro stesso sito (stesso dominio);
  • link in uscita (outbound links), quei link che indirizzano a pagine di altri siti;
  • link in entrata (inbound links o backlink), ovvero quei link presenti su altri siti che puntano al nostro sito.

Questi ultimi, i backlink, sono quelli che portano i maggiori benefici in termini di SEO ma anche quelli più difficili da implementare.

E non è la quantità a fare la differenza, bensì la qualità. A giudicare la qualità di un link che punta al nostro sito ci pensa Penguin, un aggiornamento dell’algoritmo di Google che attribuisce un valore qualitativo ai link sulla base di due parametri fondamentali: l’autorevolezza e la pertinenza del sito che rimanda alla nostra pagina. Infatti, se un sito appartenente ad un ambito diverso dal nostro rimanda a una pagina del nostro sito, quel link verrà giudicato di scarsa qualità e quindi verremo penalizzati.

Ci sono vari modi per implementare una strategia di link building e le opinioni a riguardo sono spesso contrastanti, soprattutto nel definire le tecniche lecite e quelle meno corrette.

È possibile contattare gestori di siti per sottoporgli il nostro contenuto e chiedere di inserire in una delle loro pagine un link che rimandi al nostro sito. In certi casi si può parlare anche di guest blogging, ovvero quando un autore scrive contenuti in siti di altri in cambio di un link di rimando al proprio sito. In altri casi vengono adottate anche alcune pratiche comunemente considerate scorrette e generalmente penalizzanti (Black Hat SEO) come l’acquisto massivo di backlink su siti solitamente di scarsa qualità, la creazione di profili falsi, commenti spam su forum e blog.

Va sottolineato che Google predilige link naturali, ovvero quei link inseriti in maniera spontanea dagli utenti (blogger, redattori, utenti di forum ecc.) e con l’implementazione di algoritmi che favoriscono sempre di più un comportamento naturale e sincero, anche la SEO si sta spostando dal link building al link earning, dando quindi una sempre maggiore importanza ai link guadagnati, piuttosto che costruiti.

Come fare per guadagnarsi (o costruirsi) i backlink?

Pubblicare contenuti di valore e che offrano un valore aggiunto a chi li legge deve rimanere la priorità di chiunque voglia fare SEO. Costruire un sito autorevole, affidabile e coerente con gli argomenti che trattiamo è un altro elemento imprescindibile. Tutti questi fattori contribuiranno certamente a dare al nostro sito una reputazione positiva e favoriranno naturalmente link di ritorno alle pagine del nostro sito.

Partendo sempre dal presupposto che stiamo creando contenuti di qualità, inviare i nostri link a siti e autori di contenuti del nostro stesso ambito e con un buon traffico di utenti rimane un modo efficace per ottenere backlink.

Di fatto sta a noi (e alla nostra etica professionale) valutare quale strategia sia la migliore per raggiungere l’obbiettivo che ci siamo prefissati, accettandone però le conseguenze, positive o negative che siano.

Qualora invece ci accorgessimo che alcuni link che puntano al nostro sito sono sospetti o per nulla affidabili e che di conseguenza potrebbero ledere il nostro posizionamento, c’è la possibilità di chiedere a Google di rifiutare i link in entrata.

Il tool per la richiesta di rimozione dei link di Google Search Console.

Come dice Google però:

“Si tratta di una funzione avanzata che deve essere adoperata con cautela. Se utilizzata in modo scorretto, questa funzione può potenzialmente incidere sul rendimento del tuo sito nei risultati di ricerca di Google”.

In conclusione

Come accade offline, anche online è molto importante mantenere un comportamento corretto e cercare di costruire una buona reputazione in grado di comunicare affidabilità e autorevolezza.

E a volte less is more: parole chiave, headings, link e tutte le strategie e gli strumenti elencati finora sono tutti fattori che ci vengono in aiuto per migliorare il posizionamento del nostro sito ma solo se implementati cum grano salis.

Fare ricerca e sperimentare in prima persona queste strategie: questo è l’unico modo per capire cosa davvero funziona e cosa deve essere rivisto.

In qualsiasi caso, le regole generali da tenere sempre a mente per ottimizzare i contenuti sono riassunte dallo stesso Google:

  • Crea un sito utile e interessante
  • Scopri cosa vogliono i lettori (e offrilo)
  • Agisci in modo da sviluppare la fiducia degli utenti
  • Competenza e autorevolezza devono essere chiare
  • Fornisci una quantità appropriata di contenuti per l'argomento
  • Evita pubblicità che distrae
  • Usa i link con saggezza

Infine, è importante ricordare che l’ottimizzazione dev’essere continua nel tempo, attraverso il costante aggiornamento dei contenuti.

P.S.: Sei su Google?

Puoi controllare in maniera molto semplice se il tuo sito è attualmente presente nell’indice di Google. Utilizza l’operatore “site:” e l’URL del tuo sito (ad esempio "site:bbc.com"). Se visualizzi risultati allora significa che il tuo sito è stato indicizzato e il numero di pagine indicizzate dovrebbe corrispondere al numero di pagine del sito.

E se il tuo sito non compare? I motivi possono essere vari, tra cui una struttura troppo complicata che rende difficile la scansione da parte dei crawlers, impostazioni che impediscono la scansione oppure semplicemente il sito è stato creato da poco tempo.

Se necessiti di ulteriori informazioni, scopri di più sui nostri servizi di consulenza di marketing. Insieme possiamo lavorare alla giusta strategia per far crescere il tuo business online.

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