04/09/2025

L’AI ci ruberà il lavoro? La verità per chi lavora nella creatività

Nel 2025 l’intelligenza artificiale non è più un esperimento: è diventata parte strutturale del marketing. Non sorprende che grandi Brand e aziende in tutto il mondo stiano correndo ad adottare l’AI generativa: permette di risparmiare tempo, budget e risorse nella produzione delle campagne. Shooting, riprese e produzioni complesse vengono spesso sostituiti da immagini e video generati in pochi minuti.

Inevitabile quindi chiedersi: l’AI ruberà davvero il lavoro ai creativi? 

Il nuovo report Advertising in 2030 di WPP Media offre una risposta interessante. Secondo oltre 60 esperti, entro la fine del decennio l’AI sarà al centro dei processi creativi: automatizzerà molte attività, renderà i flussi di lavoro più efficienti e richiederà nuove competenze ibride. Ma questo non significa che i creativi spariranno. Anzi.

L’AI sta cambiando il linguaggio della pubblicità: permette di produrre contenuti personalizzati, dinamici e adattati in tempo reale ai trend culturali.

Queste possibilità però funzionano solo se c’è un essere umano a dare direzione, senso e strategia. L’AI genera, ma non interpreta. Produce, ma non comprende il contesto. Ha bisogno dei creativi per trasformare dati e immagini in storie.

Inoltre, il report ci dice che i consumatori stanno cambiando: rispetto al 2020, il prezzo è tornato ad essere la priorità nelle scelte d’acquisto, mentre la sostenibilità scivola indietro. In un mercato più competitivo, le aziende vedono l’AI come una risorsa indispensabile per restare al passo e produrre di più spendendo meno.

Ed è qui che sta la vera risposta alla domanda iniziale:

l’AI non ruba il lavoro ai creativi, ma lo ruba a chi non la usa.

Il futuro non sarà fatto di robot che sostituiscono le persone, ma di professionisti capaci di orchestrare la tecnologia in modo intelligente.

La verità è che comunicazione e marketing non possono essere gestiti solo dall’AI: per quanto offra enormi vantaggi operativi, non possiede una creatività propria. Può solo riflettere — e amplificare — quella degli esseri umani.

La creatività quindi non sparirà: si evolverà. E chi saprà collaborare con l’AI sarà più rilevante che mai.

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