Il mondo dei social media corre troppo velocemente ed è in continuo cambiamento. Da un lato vi sono le piattaforme social che lanciano costantemente nuove opzioni e strumenti; dall’altro i brand e gli utenti che hanno sempre più esigenze diversificate. Comprendere ed essere consapevoli di tutti questi cambiamenti è fondamentale per sfruttare al meglio tutti gli strumenti messi a disposizione dalle varie piattaforme social. Leggi l’articolo per scoprire i 5 trend di social media da tenere in considerazione nel 2023.
Il 2023 si prospetta un anno ricco di sfide ma anche di importanti opportunità per i social media marketers. Nel corso dell’anno passato, abbiamo abbandonato gran parte delle restrizioni della pandemia e abbiamo assistito alla nascita di nuove dinamiche economiche, ma abbiamo anche affrontato – e stiamo vivendo tutt’ora - una situazione economica molto delicata, contrassegnata dall’aumento dell’inflazione, da un calo dello spending dei consumatori e dalla riduzione della forza lavoro nei principali settori di attività. Tutto ciò ha reso le cose precarie per le aziende di tutte le dimensioni.
Nonostante tale clima di incertezza, I trend che vi stiamo per presentare fanno percepire che per i social media manager e per i team di marketing ci sarà molta carne al fuoco e molte nuove occasioni da sfruttare. I budget a disposizione per il marketing e la comunicazione sembrano essere a sufficienza per affrontare l’anno e i professionisti di tali attività hanno maggiore sicurezza rispetto al passato di ottenere un buon ritorno sull’investimento (ROI). Hootsuite, azienda che sviluppa software di gestione e pianificazione dei profili social, ha intervistato 10.643 esperti del settore provenienti da 109 paesi differenti e da 11 settori industriali diversi per identificare quali saranno i principali social media trend del 2023. Vediamoli insieme.
Nuove opportunità per entrare nella creator economy
In questo clima di incertezza, i grandi marchi stanno ripensando alle loro strategie di marketing e comunicazione e alle loro uscite per tali attività. Nel 2023, si prevede – come scritto nell’introduzione - che i team di marketing avranno a disposizione budget sufficiente per affrontare l’anno, tuttavia dovranno decidere su quali attività focalizzare le loro risorse. Una delle prime voci che sarà drasticamente ridotta riguarda le partnership con creator e influencer. Secondo il sondaggio di Hootsuite, infatti i micro influencer hanno affermato di ricevere meno offerte di lavoro rispetto al passato da parte delle grandi aziende. Tuttavia, tale diminuzione consentirebbe alle piccole e medie imprese di avere maggiori chance di inserirsi all’interno della creator economy, anche se al momento l’industria dei creatori di contenuti non sembrerebbe attirare le aziende di dimensioni più ridotte.
Infatti, solo il 28% delle aziende di piccole dimensioni (tra 1 e 99 dipendenti) si affida ai creator. Maggiori sono le dimensioni di un’azienda maggiori le percentuali: infatti, il 35% delle imprese di medie dimensione (dai 100 ai 999 collaboratori) ha affermato di collaborare con i creator; mentre per le aziende che contano più di 1000 dipendenti, la percentuale sale al 42%.
Il motivo?
Gli intervistati hanno dichiarato che il costo e la volatilità dei prezzi rappresentano il principale ostacolo per iniziare una collaborazione con i creator. Una mancanza di standardizzazione dei prezzi rende estremamente difficile riuscire a monetizzare il lavoro degli influencer. Per abbattere parte di tali costi e avere più margine nella negoziazione, il sondaggio di Hootsuite ha dimostrato che meno di un terzo dei brand (28%) che collabora con i creator si affida ad agenzie o piattaforme di terze parti.
Inoltre, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, lavorare con gli influencer non è così costoso: gli intervistati hanno dichiarato che la maggior parte dei creatori viene pagata meno di $100 a post.
Ecco quindi che una riduzione dei budget da parte dei marchi più grandi da dedicare alle collaborazioni con i creator, accompagnata da alcune pratiche come rivolgersi direttamente al creator, senza affidarsi ad agenzie esterne, permetterebbe nel 2023 anche alle piccole imprese di entrare nella cosiddetta creator economy.
Il cross-posting tra le piattaforme potrebbe non essere la strategia corretta
È sotto gli occhi di tutti gli utenti come le piattaforme social si stiano continuamente evolvendo, omologandosi sempre di più e perdendo la propria identità e le funzionalità che le avevano rese popolari. Pensiamo ad esempio a Instagram. Originariamente nata per condividere in tempo reale istantanee (in formato 1:1) con la propria rete di amici, oggi il social media di proprietà di Mark Zuckerberg ha quasi completamente abbandonato il formato foto puntando tutto sui video: i Reels, copiati dal social media cinese TikTok. La stessa cosa possiamo dire anche delle Stories – contenuti temporanei dalla durata massima di 24 ore – nati su Snapchat e poi riproposti su Instagram, Facebook, e persino LinkedIn.
Questa continua evoluzione e omologazione delle piattaforme porta non pochi problemi ai social media managers che, oltre a doversi adattare costantemente ai nuovi formati lanciati dalle piattaforme, devono anche comprendere come veicolare nel modo corretto i contenuti. Perché se è vero che i formati sono gli stessi su ogni piattaforma, è anche vero che la maggior parte degli utenti ha in media più di un account social e utilizza le singole piattaforme per scopi differenti. Infatti, oltre l'84% degli utenti di TikTok è anche su Facebook e quasi l'88% degli utenti di Twitter possiede anche un account su Instagram. Facebook viene però utilizzato per rimanere in contatto con la propria cerchia di amici, Twitter per rimanere aggiornati sulle ultime notizie; mentre TikTok ed Instagram come fonte di intrattenimento e divertimento.
Per questo motivo è fondamentale prestare attenzione non solo ai formati in tendenza in quel determinato momento, ma anche a catturare l’attenzione degli utenti offrendo loro un’esperienza unica e diversificata. Ecco quindi che riproporre gli stessi contenuti sulle diverse piattaforme non è la strategia ottimale per riuscire a coinvolgere il pubblico. Tuttavia, soltanto il 18% dei marketer crea post diversi da pubblicare su ciascuna piattaforma. Più del 50% degli intervistati al sondaggio di Hootsuite ha invece affermato di pubblicare contenuti su più piattaforme social con il minor numero di modifiche possibile.
Se il cross-posting fa risparmiare parecchie risorse in termini di tempo, non è detto che porti ai risultati sperati e anche i marketer ne sono consapevoli in quanto essi affermano di essere molto più fiduciosi di raggiungere un risultato quando creano post diversi per singola piattaforma.
Nel 2023, i social media manager dovranno quindi concentrarsi più sulla creazione di contenuti adatti alle peculiarità di ogni singola piattaforma.
Il social commerce è in declino ma non ancora perduto
Qualche mese fa, in un nostro articolo, vi avevamo parlato di un fenomeno che sembrava stesse per cambiare il panorama globale dell’e-commerce: il social commerce o livestream shopping. Complice la pandemia e l’impossibilità di recarsi nei negozi fisici, a partire dal 2020, gli utenti avevano iniziato ad affidarsi alle principali piattaforme social e ai propri influencer preferiti per fare acquisti.
Questo fenomeno, sebbene sia esploso in Cina, dove le vendite hanno superato i 350 miliardi di dollari, è sbarcato ben presto anche nel Nord America e in Europa, dove per contrastare la concorrenza cinese, i marketers hanno dovuto studiare nuove strategie per guadagnare attraverso i social e le piattaforme hanno reso disponibili nuovi servizi e funzionalità. Tuttavia, a differenza di quanto ci si aspettasse, i consumatori dei paesi occidentali non hanno mostrato così tanto interesse in tale tecnologia, tanto che Meta ha deciso di chiudere la sua funzionalità Live Shopping su Facebook e gli strumenti di affiliate marketing su Instagram; mentre TikTok ha ridimensionato le sue attività dedicate allo sviluppo di funzionalità per e-commerce, ritardando il lancio delle opzioni di live shopping.
Le cause da ricercare alla base di tale fallimento sono molte e riguardano soprattutto lo scetticismo nei confronti della qualità dei prodotti, la paura di rimanere vittime di eventuali fughe di dati e i dubbi inerenti alle politiche di reso e rimborso.
A differenza di quanto dichiarato dai consumatori, il 37% dei marketer intervistati afferma che la principale preoccupazione degli utenti riguardava la necessità di inserire le informazioni di pagamento sulle principali piattaforme social.
Per conquistare la fiducia e superare lo scettiscismo degli utenti, i marketer dovranno mettersi al lavoro per rendere il più trasparenti possibile le politiche di reso, facilitare le opzioni di rimborso e offrire solida assistenza post-vendita. Solo dopo essere stati percepiti come affidabili e seri, si potrà avere una chance di trasformare gli utenti in acquirenti.
Il 2023 sarà un anno fondamentale per decidere il futuro del social commerce. Sicuramente, il dietrofront da parte delle principali piattaforme scoraggerà molte aziende ad investire nelle proprie vetrine social. La ritirata di gran parte dei brand potrebbe consentire però ai brand che decideranno di mantenere attivi i loro shop sui social media di avere più spazio e visibilità sulle piattaforme.
I social come nuovi motori di ricerca
Quando parliamo di SEO e motori di ricerca, pensiamo immediatamente a Google. Nonostante esistano anche Bing, Yahoo, DuckDuckGo, ecc., Google viene considerato da decenni il motore di ricerca più sicuro e affidabile per cercare informazioni accurate di qualsiasi genere. Le cose stanno cambiando e non sono più gli altri motori di ricerca a competere con Google, bensì i social media.
Le nuove generazioni, infatti, tendono a scegliere il ristorante dove andare a cena o il luogo in cui andare in vacanze non più affidandosi esclusivamente ai motori di ricerca, ma navigando sulle piattaforme social. Lo stesso accade anche per rimanere aggiornati in tempo reale su ciò che sta accadendo nel mondo, ma anche per scoprire nuovi brand e prodotti. Soprattutto per quanto riguarda la scoperta di nuovi brand e prodotti da acquistare, confrontare i prezzi e prendere decisioni su dove acquistare, le statistiche mostrano che il 50% degli utenti con età compresa fra i 16 e 24 anni utilizza i social media come motore di ricerca principale.
Al momento si tratta soltanto di una piccola fetta di pubblico in quanto gli utenti con età maggiore di 25 anni continuano a preferire i motori di ricerca quando si tratta di ottenere informazioni su brand, prodotti e servizi. Il passaggio da web a piattaforme social sarà un processo lungo e generazionale. Nel 2023 è quindi consigliabile che i marketer continuino a focalizzarsi su tutte le opportunità che i motori di ricerca offrono, ma che al tempo stesso inizino a padroneggiare le basi dell'ottimizzazione della ricerca social. Come?
- Ottimizzando il profilo/la pagina aziendale rendendoli accattivanti da visitare.
- Scegliendo una foto profilo e una biografia chiara e che incuriosisca l’utente.
- Utilizzando alt text per descrivere il contenuto di un’immagine, facilitando l’accessibilità per gli utenti non vedenti e aiutando i motori di ricerca a indicizzare le immagini.
- Aggiungendo ai post geotag che consentono di geolocalizzare qualsiasi contenuto condiviso.
L’automazione per offrire un buon servizio clienti
La pandemia ha contribuito a modificare l’intero processo di vendita e le modalità di interazione fra consumatori e aziende. Durante il lockdown, infatti, il web ha rappresentato per gran parte delle aziende l’unico strumento per rimanere in contatto con i propri clienti e attraverso il quale continuare a vendere i propri prodotti. Per questo motivo, tutti gli sforzi e le risorse in termini di denaro e tempo erano destinati ad offrire un eccellente servizio clienti online. Con l’abolizione delle restrizioni e il ritorno di gran parte degli acquirenti nei negozi fisici, alcuni brand hanno ridotto (in alcuni casi drasticamente) le energie che dedicavano al digitale. Tuttavia, anche se siamo ritornati alla normalità pre-pandemia, i consumatori, abituati ad un’assistenza clienti di qualità elevata, si sentono ora trascurati e pretendono un servizio customer care – sia offline sia online – di prim’ordine.
Fortunatamente il digitale ci viene in soccorso fornendoci soluzioni di automazione che forniscono un ottimo servizio clienti tramite chatbot e strumenti di intelligenza artificiale in grado di gestire rapidamente le domande più frequenti (FAQ) dei consumatori, senza aumentare l’organico. Le piattaforme social e le app di messaggistica rappresentano uno dei canali preferiti dai consumatori per ricevere assistenza immediata.
Pertanto, per avere successo nel 2023, le aziende dovranno impegnarsi ad offrire un maggiore equilibrio fra esperienza di vendita offline e online utilizzando non solo i servizi più tradizionali come form su sito web, call center o email, ma anche i social media. Tuttavia, secondo il sondaggio di Hootsuite sono ancora poche (solo il 26%) le aziende che utilizzano i social media e le app di messaggistica istantanea come principale strumento di customer care.
Inoltre, circa il 49% delle aziende affida il customer service esclusivamente alla divisione marketing e comunicazione, anche se solo il 21% dei marketer dichiara di sentirsi realmente preparato nell’assolvere tale compito. Nell’anno corrente i social media manager dovranno quindi focalizzarsi non solo sull’ottimizzare i profili social aziendali, ma anche sull’accrescere le loro competenze di assistenza clienti, fornendo ai potenziali acquirenti un’esperienza di acquisto ottimale a 360 gradi.
In conclusione
Nonostante la situazione economica delicata che tutto il mondo sta vivendo, il marketing è considerata un’attività necessaria per le aziende per continuare a promuovere la propria attività, i propri servizi e prodotti. Per questo motivo, i social media marketer dovranno impegnarsi moltissimo nel 2023 per continuare a dimostrare che i social media non sono più soltanto semplici strumenti utilizzati dagli utenti per condividere foto e video e tenersi in contatto con la propria rete di amici, ma veri e propri canali aziendali che permettono di aumentare la brand awareness e le vendite.
Scegliere i giusti content creator e influencer, sfruttare le funzionalità di social commerce, raggiungere nuovi potenziali clienti attraverso una buona strategia di social SEO, e fornire un eccellente servizio di customer care dovranno essere punti fondamentali da perseguire nel 2023.
Cosa ne pensi di questi trend? Raccontaci la tua opinione nei commenti e contattaci per scoprire come possiamo aiutarti a creare una strategia di social media marketing efficace!